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Guida e regole del Satsang

Guida per i neofiti e regole del Satsang

“Cerca la compagnia dei santi (Satsang). Attraverso il Satsang si realizza il distacco; con il distacco, si trova la libertà dall’illusione; liberi dall’illusione, si trova la stabilità; con la stabilità, si trova la liberazione in vita.” Shankaracharya

Approcciarsi alla meditazione o al cammino spirituale.

Un percorso di meditazione va seguito con continuità. Un esercizio di meditazione non è una pillola del buonumore, non è una formula magica, è tracciare lentamente un cammino sottile che nel tempo cambierà la percezione di noi stessi e svelerà il suo funzionamento. Per un certo periodo di tempo, però, finché non si è diventati autonomi, è consigliato praticare con la guida di un maestro, che valuterà i tempi e la gradualità del percorso.

Il Satsang è, per definizione tradizionale, il luogo favorevole al percorso spirituale. Dove si trova accoglienza, istruzione, cura e protezione della parte più preziosa e delicata di sé, l’anima. Perciò il Satsang è considerato un passaggio fondamentale, ineludibile, del percorso. La possibilità rara di condividere questo passaggio è data dalla disponibilità di ciascuno ad abbandonare il solipsismo egoistico, la pretesa di fare tutto da soli, e anche l’atteggiamento consumistico dei nostri giorni, onnivoro di ogni prodotto spiritualeggiante sul mercato.

Unirsi a un Satsang è già superare la prima e più radicata barriera dell’ego, lasciare che il proprio sé fiorisca in relazione profonda con l’altro, che è forma dello stesso sé, il Maestro, i fratelli, la divinità… Questo è il primo piccolo passo perché il Sé individuale si unisca al Sé universale.
Nessuno è obbligato a restare, ma il lavoro su se stessi si sofferma sovente sulla propria capacità di impegno, stabilità e connessione. Qualità che in ogni campo della vita ritorneranno utili.

Per iniziare, è opportuno essere capaci di restare seduti a terra, con un cuscino a sostegno, per il tempo necessario. Non è richiesta la postura del loto, soltanto di restare da una a due ore seduti con le gambe incrociate, muovendosi quanto basta per aggiustarsi, senza interrompere o cercare di abbreviare la meditazione o il seminario.

Valutate i vari “non posso” che interverrebbero a frammentare il vostro impegno. Se intraprendere un percorso di meditazione crea tensioni in famiglia, o se produce dei conflitti drammatici in altri ambiti della vostra vita, considerate che la meditazione è la cosa più semplice, pulita e pacifica che si possa fare. Quindi, il problema non è la meditazione. 

Per prevenire questi conflitti, siate onesti. Si tratta di un percorso programmato di incontri, con un orario definito e un contenuto dichiarato. Non state abbandonando il mondo per le vette dell’Himalaya. Non otterrete l’illuminazione né vi unirete a una setta. Non fate preoccupare i vostri cari.

Non fate i profeti, non cercate di fare proseliti, non provate a trascinare dentro parenti, amici e conoscenti che non ne hanno voglia, non sono pronti o hanno altro da fare. Non ne avete la competenza e gli effetti di questi innesti sono sempre disastrosi. Fate la vostra cosa, per voi stessi, e gli altri ne beneficeranno indirettamente.

Con semplicità e pazienza, senza aspettative fantasiose, potrete avvicinarvi senza timore al cammino sottile della meditazione.

“…perché non si tratta affatto di qualcosa di dicibile come gli altri oggetti di apprendimento, ma di qualcosa che d’un tratto viene ad essere nell’anima e si nutre di sé stesso, dopo una lunga comunione e convivenza con la cosa, come luce che s’accende da una scintilla di fuoco.”
“…ma non ritengo che un tale tentativo sia un bene per gli uomini, se non per quei pochi che sono capaci di scoprirlo da sé con una piccola indicazione; quanto ai rimanenti, alcuni li riempirebbe di un disdegno non appropriato né intonato, altri di presunzione altezzosa e vuota, come se avessero appreso chissà quale mistero.” Platone, Lettera VII


Abbigliamento e cura di sé.

Agli studenti è raccomandato un abbigliamento sobrio e comodo. Quelle che seguono sono raccomandazioni, non obblighi. Ma anche questa attenzione formale può aiutare a sgomberare la mente da false e obsolete rappresentazioni di sé.

Sebbene non sia previsto un vero e proprio abito o divisa, la preferenza è per un insieme pantaloni e camicia, ampi e monocromi.
Pantaloni comodi, adatti a restare seduti a terra e una camicia abbastanza lunga, sotto i fianchi, da portare sciolta sopra.

Non sono appropriati abiti appariscenti, attillati, eleganti.
Da evitare anche magliette con le divinità indiane, simboli esoterici, dhoti, gonne, e qualsiasi nudità o stravaganza.

Uno scialle è appropriato e può essere utile. L’uso del turbante è tradizionale per gli yogi.
L’igiene personale non è facoltativa, è fondamentale per il rispetto di sé e degli altri.

La disciplina di sé è anche nelle piccole cose.


Comportamento e Salute

Non è ammesso l’uso di droghe all’interno della scuola, ed è sconsigliato anche nella vita privata degli studenti. Anche esibirne o promuoverne l’uso, a titolo personale o “spirituale”, non può rientrare tra i comportamenti ammessi dalla scuola.

Gli studenti che sono affetti da patologie e sottoposti a trattamenti clinici o farmacologici, sono invitati a rispettare scrupolosamente le indicazioni dei medici.
La meditazione o il percorso spirituale non sono sostitutivi della medicina e non promuovono l’approccio alternativo e antiscientifico. 
Ogni comportamento che viola le prescrizioni mediche è pertanto una scelta personale, non sostenuta né consigliata da questa scuola.

La pratica spirituale si è dimostrata un valido supporto nella cura di numerose patologie, fisiche e mentali.
E’ di grande aiuto per mantenere la stabilità e la forza interiore per affrontare le cure, il dolore, la ripresa.
Non rappresenta però in nessun caso una fuga dalle responsabilità e dai bisogni vitali della persona.

È richiesto a tutti un comportamento rispettoso delle vulnerabilità personali e delle diversità.
Non sono avvalorati comportamenti discriminatori, sessisti, abilisti e offensivi della dignità altrui. 

Tutti sono tenuti a collaborare allo svolgimento ordinato degli incontri. Alla preparazione di pasti, se previsto, e alla pulizia e al riordino delle stoviglie e degli spazi comuni.
Il cibo che viene consumato nella scuola è vegetariano, come usanza indiana, nel rispetto di ogni essere vivente e per promuovere un atteggiamento di non violenza e di rinuncia misurata.

La puntualità, non c’è bisogno di dirlo, è parte integrante dello svolgimento rispettoso e ordinato, nonché un buon segno di attenzione e controllo di sé.

Da queste regole di base, ciascuno tragga le sue riflessioni. Adesh!


Lì 19 settembre 2023, Ganesha Chaturti.

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