
Che cos’è la meditazione
Meditazione e contemplazione sono le sole attività che ci rendono pienamente umani e che ci competono.
In meditazione, pensiamo come pensano le montagne, gli alberi, gli animali, le stelle, i fiumi… Ciò che ci rende più umani ci porta all’unisono con il cosmo, che è una ininterrotta meditazione, una sola mente che respira e vigila in ogni essere.
Siamo allora pienamente umani, coscienza e contemplazione. Ciò che ci rende più vicini a noi stessi ci rende partecipi del tutto.
Realizzare questo Sè è il solo scopo della vita.
Questa coscienza universale che sente, pensa e respira con la vita di tutti gli esseri, è come una foresta che pensa attraverso le innumerevoli radici, ramificazioni e foglie degli alberi, che regola la vita e la diversità degli animali, e produce le sue piogge, il suo clima, e nutre il suolo da cui trae nutrimento e forma ogni essere che la abita e che a essa contribuisce. Questa mente e potenza è Shiva. Simile a una foresta è il nostro corpo e i suoi canali. Simile è il cielo in cui ruotano ordinati gli astri e le costellazioni.
Meditare è unirsi a ciò che è Uno, il supremo Sé che medita ogni cosa.
Come meditiamo
Il Rituale (Puja)
La ritualità indiana è formulata in modo da suscitare il sacro stupore, primo stadio della meditazione, felice intuizione e salvezza, dicevano gli antichi iniziati, di coloro che avevano “visto” i Misteri. È espressione degli elementi sottili, fondamentali, sospesi in sequenza ordinata nella dimensione spirituale e vivificati dal canto e dalla luce del fuoco. E’ un suono che risveglia, che scioglie le tensioni, che pacifica la mente e permette di tornare alla meraviglia infantile e all’innocenza. Puja è suscitare l’amore e la benedizione.
Le Sacre Scritture (Sastra)
Le scritture sacre rappresentano enigmi, passaggi stretti che mettono in scacco la mente ordinaria. L’enigma ha la funzione di portare la coscienza a superare la dualità e il raziocinio passivo della mente, per aprire “il fiore dell’intuizione”, la coscienza immediata, diretta, luminosa, abissale. Questa sospensione, o epochè, scatenata dall’istruzione spirituale, appende all’osservazione delle cose ultime, finali, del gioco divino, della presenza universale palpitante e reale, che si svela palese “come una mela sul palmo della mano”. Finché la contemplazione si arresta ulteriormente, nella sospensione perfetta, nella pura realizzazione del Sé.
Il Fuoco Sacro (Hawan)
Il rito del Fuoco, che si svolge in alcuni periodi propizi dell’anno, è probabilmente la forma di meditazione religiosa più antica al mondo, la forma primordiale di liturgia. Il Fuoco, che è luce e trasformazione, è stato osservato perciò alle origini come il perfetto canale di comunicazione con il Cielo, poiché tutto ciò che arde in esso si trasforma in verticalità, ascesa, luce. Nel Fuoco (Agni) le scritture vediche indicano il Figlio del Dio creatore a cui è dato il compito di riportare la creazione all’unità divina, ricomponendo la frammentazione, la dispersione e la dualità. Attorno al fuoco si ispirarono i canti e i poemi religiosi, si composero le prime forme dell’aggregazione umana, la distribuzione equa dei beni e l’ordine sociale primario, le tecniche e la sapienza. Perciò è detto “poeta” e “inventore”, “primo sacerdote”, ecc. Officiare il rito del Fuoco è ritornare all’origine della nostra natura spirituale, umana, e divina. Dopo la creazione, “è ciò che fecero gli Dei”.
Respiro e suono (Prana e Mantra)
Le poche e semplici istruzioni della Meditazione ritornano alla verità fondamentale del respiro e del suono, nella presenza a sé stessi, nella potenza del silenzio. Suono e respiro sono le colonne portanti dell'”io sono”, la profonda natura della coscienza, il seme divino deposto nella vita vivente. Potenza interiore a cui possiamo attingere, discendendo nel profondo di noi stessi. Entrare in contatto con la Mente Profonda (Unmana) è sospendere l’attività ordinaria della mente, per raggiungere la sorgente interiore della vita, del benessere, della creatività e della guarigione.
Simboli, Astri, Dei (Devata)
Si contemplano le potenze benevole e terribili che formano i grandi movimenti del cosmo, che muovono le cose grandi, come le più piccole, infinitesimali. Grandi potenze archetipe , cariche di emozione e espressione, che sostengono il tempo, la forma, il significato, la direzione, il magnifico e multiforme volto della Natura. Contemplare i grandi Dei non è dualità, è elevare la mente al di sopra dei fatti che compongono transitoriamente l’esperienza, sostare nello stupore della magnificenza, arrestarsi a contemplare il cosmo, la sua mente profonda, la sua tragedia e redenzione. Contemplare è meraviglia e distacco dall’io. Questa sospensione nello stupore è la porta della meditazione. Con la contemplazione si comprende che “ciò che è in alto è come ciò che è in basso, poiché i due sono uno”. Quella Unità è Dio, lo scopo della meditazione e della nostra esistenza.






