Categoria: <span>Seminari 2022</span>

Navaratri. Il Sacro Femminile e la Conoscenza di Sé.

L’effetto di vivere una società devota al consumo, al potere e al denaro ci abitua a vivere una radicale dissociazione dal logos materno e creativo, dal sentimento del divino in chiave femminile, della potenza generatrice. La stessa definizione di femminile è ambigua, abitata da una sedimentazione di percezioni letterarie svalutative e da oggettificazioni mondane, colorate a diventare via via la migliore e più popolare definizione del desiderabile, e perciò della frustrazione e dell’attaccamento, e infine della condanna. L’immagine è offuscata dalla prepotenza sessuale e dalla mancanza, dalla violenza e da una perenne scarsità, cioè da una radicata e tossica dualità. Il rapporto con il logos materno è tossico perché è stato relegato al desiderio oggettuale, primitivo, infantile, di essere Altro. L’oggetto che è massimamente desiderabile e che dovrebbe risolverci, si astiene, ci viene sottratto, si nega. La dualità è una dolorosa illusione. La maggior parte delle persone che oggi si …

Gayatri Mantra, Chaturmasya Sadhana

La traduzione letterale della Gayatri è sempre approssimativa e parziale. Troviamo molte di queste parafrasi sparse nei testi occidentali, che non di rado sottolineano come proprio questo Mantra sia la preghiera universale dell’Induismo, una sorta di “Padre Nostro”. Dovremmo invece osservare il suo andamento ridondante e ritmico che è la sua ragione d’essere: il mantra ha/è il potere fissare la mente sulla meditazione dell’oggetto spirituale, evocarlo e spalancarlo davanti ai nostri occhi, farci entrare in esso in contemplazione, farne esperienza diretta, non concettuale. Non è perciò agevole tradurre la Gayatri, e nemmeno affidabile, poiché è forse la formula più astratta e arcaica dopo lo stesso Om, non una metafora letteraria.

Le Vie del Cuore. Yoga, Tantra, Bhakti.

Decostruire Patanjali. La storia ci ha consegnato un numero di tecniche e di ideologie, che tutte si coniugano più o meno coerentemente con il titolo di Yoga. Così che il praticante di oggi si trova a disporre di un eccesso di stimoli e di ipotesi, che infine comportano un forte rischio di dispersione e quindi di non arrivare a cogliere quella dimensione profonda di cui voleva seguire il richiamo e il mistero. Il fatto è che come diceva già Platone, molti agitano il tirso, ma pochi sono i Bacchi. Molti hanno trovato, fin dall’antichità, un argomento interessante o un’ideologia da usare arbitrariamente, anche con il beneficio della buona fede, nelle dottrine spirituali. Piuttosto l’autenticità, che le parole possono solo disporre per enigmi, invece, è finita sepolta tra il tecnicismo e la compartimentalizzazione delle idee. Dividere, ad esempio, dualità e non dualità, come sistemi antagonisti ideologicamente, significa avere nulla compreso dello …

108 Maha Mrityunjaya Mantra per la Pace

Da Lunedì 14 Marzo 2022 ci riuniamo ogni Lunedì alle 21.30 su Skype per recitare il Maha Mrityunjaya Mantra e meditare la Pace. Il Mantra Maha Mrityunjaya, dedicato a Rudra Shiva, si trova nel Rudra Namakam, inno dello Yajur Veda, e si rivolge al Signore di tutto ciò che vive, qui invocato come l’essenza invisibile che fa sbocciare i fiori in primavera, la potenza che anima e comanda ogni vivente, affinché come il frutto si stacca dal ramo, anche l’anima si distacchi dalla mortalità. Perciò è considerato un Mantra di guarigione, fisica e psichica, poiché la morte qui è intesa come l’avidya che fa decadere la coscienza dentro le spire della morte, a causa delle proprie azioni e per effetto dell’incoscienza di sé. La morte è perciò espressione del Karma, dell’ignoranza, dell’innata tendenza a portarsi alla morte che spinge inconsapevolmente ad andare verso la propria rovina. Perciò il Mantra si …

ADVAITA SADHANA. LA FELICITA’ DEL DISCERNIMENTO SPIRITUALE.

Spesso accantonato come mero esercizio intellettuale. Troppo spesso adoperato come sterile esercizio intellettuale. Evitato come un severo e anacronistico modello di rinuncia alla vita. Spesso equivocato come una metafisica oggettiva, e perciò disatteso come strumento conoscitivo pratico…. Il Vivekachudamani, da testo molto elogiato, forse perché questi equivoci hanno avuto i loro periodi di moda, diventa ai giorni nostri un testo deprecato, disconosciuto, poco o nulla praticato.
Questo testo, e il suo autore con esso, propongono invece che una meditazione attiva e consapevole per arrivare a riconoscere la realtà che chiamiamo vita per ciò che veramente è, per riconoscerci in essa, nella pienezza contemplativa che tutto restituisce. Nel distacco intellettuale e nella postura morale del Discernimento Regale, così come lo potremmo tradurre, con un leggero scarto semantico, o Coronamento del Giudizio, si disegna una postura psicologica e intellettuale capace di oltrepassare le convenzioni e luogo comune, le schiavitù della mente e le limitazioni che isolano l’individualità in una separazione fittizia e conflittuale. Si chiede e si insegna perciò un profondo esame delle idee e delle tendenze innate, come dei modelli sociali che depredano il “gioiello” interiore della coscienza.

Atman. Conoscenza e Realizzazione del Sé nei Brahmana e nelle Upanishad.

Madre e padre di tutte le forme, linfa di tutti i corpi, respiro di tutti i soffi, coscienza di ogni pensiero, l’Atman pervade ogni respiro, ogni pensiero, ogni parola, ogni vivente.
Con la fatica di esuli in patria, per re-imparare la nostra lingua madre, dopo un lungo esilio, dobbiamo riprendere ad ascoltare la Scrittura che si dice conservi il primo e immortale splendore, quello che le acque avevano riflesso della luminosità del Creatore il primo giorno del mondo, diventando la sua Voce, la sua radianza, raccogliendo la prima meditazione del Padre degli Esseri.
Le Scritture discendono, come ogni creatura, conservando traccia dello splendore originario, mescolato insieme al rumore del mondo; perciò occorre risalire le Scritture alla sorgente, fino a dove irradia la potenza originaria scaturita da Sé, da dove continua a riempire le nostre vene di pulsazioni, e le nadi di energia, dove ancora illumina la coscienza anche quando la ragione sembra errare e parlare la lingua della paura e dell’oppressione. Anche mentre siamo perduti nella selva oscura, la coscienza sta parlando per simboli e allegorie, sta indicando una strada e avvertendo dei pericoli, sta tirando a Sé, instancabilmente, perché tutto ciò che accade è sempre espressione del Sé e solo in Sè si riconosce, si comprende e si risolve.

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